L’ESPLOSIONE DEL PAGURO
La piattaforma Paguro, varata nel 1963 a Porto Corsini, nel settembre 1965 doveva perforare il pozzo PC7 per raggiungere un giacimento a circa 2900 metri di profondità.
Purtroppo, oltre a quello la trivella intaccò un secondo giacimento, che conteneva gas a pressione elevatissima.
Furono subito attivate le misure di sicurezza, ma dopo poco le pareti del pozzo cedettero e sprigionarono un’eruzione non controllabile.
29 settembre 1965: il Paguro affonda

Il Paguro fu travolto, si incendiò. Nell’incidente persero la vita tre tecnici dell’Agip: Pietro Peri, Arturo Biagini e Bernardo Gervasoni.
29 settembre 1965: il Paguro affonda

Il pulviscolo di acqua e gas, che raggiunge i 30 metri di altezza, bruciò per quasi tre mesi, fino a quando l’Agip, con un pozzo deviato, riuscì a cementare il PC7. L’esplosione creò un cratere centrale profondo 33 metri.
29 settembre 1965: il Paguro affonda

Nel disegno lo schema di affondamento della piattaforma Paguro

disegno di F. Rambelli
e lo schema di chiusura del pozzo PC7 con un pozzo deviato

disegno di F. Rambelli